Prima dell'avvento di questo famoso slogan, recitato dall'affascinante George Clonney,
siamo stati catturati dal fondoschiena della bellissima Charlize Theron
Quando non esisteva ancora la televisione, il canale per martellare di pubblicità i consumatori consisteva nell'affissione di grandi, colorati e ammiccanti manifesti. Il testimonial era quindi una figura di carta, dapprima un'icona inventata, "disegnata" da importanti artisti (Dudovich, Toulouse-Lautrec, Cappiello, Testa, Mazza, Munari, per citarne qualcuno), più tardi un'immagine fotografica, raffigurante un personaggio reale. (produzione tutt'ora in uso)
Le affiches nascevano in grandi tirature, facilmente trasportabili, velocemente esponibili, e senza esigenze di durabilità. Tutte caratteristiche che han determinato una qualità scadente delle materie prime costuitenti, e di conseguenza uno stato di conservazione, degli esemplari a noi giunti, non perfetto, salvo per quei pezzi che siano stati o siano parte integrante di collezioni coeve con la stampa degli oggetti stessi.
I degradi più comuni riscontrabili sono dunque pieghe secche, lacerazioni e lacune, derivati, oltre alle caratterische intrinseche delle opere, anche dalla difficoltà del loro stoccaggio, dettata dalle dimensioni spesso elevate (ho lavorato su un manifesto 300x200 cm!!!!!).
L'esemplare sottostante è stato foderato, spianato e successivamente applicato su un cartone da conservazione, così da poterlo mantenere maggiormente condizionato ed eventualmente montare all'interno di una cornice.
In assenza di spazio poteva essere semplicemente arrotolato su un tubo; eventuali distorsioni, che potevano accorrere a seguito di questo metodo di stoccaggio, sarebbero state facilmente risolte grazie alla presenza e allo sfruttamento dello strato di fodera incollato al verso.
Manifesto "MARTINI&ROSSO" prima e dopo l'intervento di restauro