un collage d'arte, colori, viaggi e passioni in carta, visto con gli occhi di una restauratrice sognatrice....
martedì 1 ottobre 2013
la ragione del restauro diffida
DIFFIDA AL MINISTERO
Cari Colleghi,
sono trascorsi più di sette mesi dalla data di entrata in vigore della legge che ha modificato l'articolo 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ma a tutt'oggi la novella legislativa è rimasta lettera morta e non si sa quando il Ministero provvederà all'attuazione della stessa.
Come sapete, il nuovo articolo 182 impone di bandire una procedura di selezione pubblica per l'acquisizione delle qualifiche professionali, previa definizione delle “linee guida” per l'espletamento della procedura stessa, della cui predisposizione è stato incaricato un apposito Gruppo di lavoro coordinato dall'Arch. Gisella Capponi.
Poiché il prolungarsi dei tempi di attuazione della disciplina transitoria sta impedendo a migliaia di operatori di svolgere normalmente la propria attività lavorativa (avendo molte soprintendenze manifestato incertezze in merito all'individuazione dei soggetti effettivamente abilitati ad eseguire gli interventi di restauro), abbiamo ritenuto - in accordo con l'Avv. Celli - di promuovere l'ennesima iniziativa legale.
Sul presupposto che dall'inerzia del MIBACT sta derivando alla gran parte degli operatori una lesione diretta, concreta e attuale dei propri interessi, e che occorre ripristinare il corretto svolgimento della funzione pubblica, in data odierna (25.9.2013) abbiamo notificato al Ministero un ATTO DI DIFFIDA:
l'ARR ha formalmente invitato il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in persona del Ministro in carica, a porre in essere, entro NOVANTA GIORNI, ogni intervento utile alla soddisfazione degli interessati, tra cui, in particolare, la pubblicazione del bando di selezione pubblica per l'acquisizione delle qualifiche professionali, con avvertimento che decorso inutilmente tale termine non esiteremo a rivolgerci al Giudice Amministrativo per far valere le nostre ragioni.
Considerato dunque che nessuna voce si leva a sollecitare quanto ci spetterebbe di diritto, che nessuna nota ufficiale informa migliaia di interessati sullo stato dei lavori e che non c’è nessuna certezza sui tempi previsti per l’emanazione delle linee guida, la nostra Associazione si fa carico - per l’ennesima volta- di far sentire direttamente la voce degli operatori, nella convinzione che sia l’unico modo per difendere e veder riconosciuti i nostri diritti.
Il presidente
Andrea Cipriani
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