La biblioteca dei Girolamini, fondata nel 1586, è la più antica biblioteca di Napoli e una delle più vecchie d’Italia. È un istituto statale e custodisce un patrimonio straordinario: circa 150mila volumi, soprattutto antichi, come per esempio l’edizione del 1518 dell’Utopia di Tommaso Moro, Sidereus nuncius di Galileo del 1610, una copia dellaDivina commedia di Dante stampata prima del 1500 e Astronomia nova di Giovanni Keplero, considerato uno dei testi fondamentali dell’astronomia, del 1609. Per mesi però questa preziosa raccolta è stata saccheggiata e la biblioteca, da anni chiusa al pubblico, è stata abbandonata al degrado. Si tratta di una delle razzie più gravi che abbiano mai colpito il mondo dei libri rari.
Secondo la procura di Napoli, che nel 2012 ha aperto un’indagine, a gestire la rete di ladri, antiquari e collezionisti compiacenti sarebbe stato lo stesso direttore della biblioteca, Marino Massimo De Caro. A marzo del 2013 De Caro è stato condannato a sette anni di carcere per peculato, convertiti poi in arresti domiciliari, e al momento è imputato per associazione a delinquere. Altre tredici persone sono state condannate.
Nel 2012 De Caro ha cominciato a collaborare con gli investigatori, ammettendo di aver sottratto alcuni volumi dalla biblioteca, ma non tutti quelli della cui sparizione è accusato. L’ex direttore ha dichiarato che voleva venderli per ricavare denaro con cui rimettere in sesto la biblioteca, aggiungendo che il saccheggio è cominciato molto prima del suo arrivo all’istituto.
Le indagini. Uno dei primi a denunciare sui giornali lo stato di abbandono della biblioteca dei Girolamini è stato lo studioso Tomaso Montanari, dopo una visita all’istituto nella primavera del 2012. “C’erano libri sparsi ovunque – per terra, nelle scale, sui tavoli. C’era spazzatura, lattine e cartacce. Una situazione di totale confusione, e di grave degrado”, ricorda alla Bbc. Intanto centinaia di intellettuali avevano firmato un appello chiedendo al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, come fosse possibile che una biblioteca come quella dei Girolamini fosse stata affidata a un uomo senza i titoli e le competenze necessarie.
Una volta sottratti alla biblioteca, i volumi antichi venivano manomessi per eliminare traccia della provenienza e poi inseriti nei mercati italiani e internazionali, per essere venduti anche per decine o addirittura centinaia di migliaia di euro. Cinquecento testi sono finiti alla Zisska & Schauer, una casa d’aste tedesca, che per assicurarseli aveva pagato i ladri dei libri un milione di euro in anticipo.
I collezionisti e le librerie antiquarie stanno aiutando gli investigatori a rintracciare i volumi rubati. Una buona parte è stata localizzata o recuperata. Il 18 ottobre 2013 il ministro dei beni e attività culturali Massimo Bray ha annunciato che la custodia e la gestione della biblioteca sarebbe passata direttamente al suo ministero.
Tra i testi restituiti anche alcuni di cui era entrato in possesso l’ex senatore Marcello dell’Utri, amico di De Caro e noto bibliofilo. In un’intervista pubblicata il 22 dicembre sul New York Times, Dell’Utri dice di aver ricevuto i volumi in regalo, senza sapere da dove provenissero, e di aver restituito tutti i libri della biblioteca agli inquirenti. Per la Bbc, l’ex senatore deve ancora riconsegnare un’edizione del 1518 dell’Utopia di Tommaso Moro. Al momento non la trova nella sua biblioteca privata. Ma rimedierà, ha detto tramite i suoi legali, il prima possibile.