Nell'immaginario comune, infatti, restauratore=artista. In realtà di creativo c'è molto, ma non nel senso che si normalmente si crede. Non si inventa nulla, l'intervento di ritocco è il più minimal e eticamente corretto, si guarda e "ricompone" l'immagine con una coerenza scientifica, senza aggiungere nulla di fantasioso e nuovo. Le lacune vengono colorite ad astrazione o soluzione cromatica, in modo da creare una tessitura coloristica che s'accompagna all'originale. La parte fantasiosa, invece, è un'altra, forse meno romantica, ma, per me affascinante e vitale. La creatività, l'intuizione si ha nella scelta dei materiali da usare e nella metodologia d'intervento....questo è l'ambito dove il restauratore può e deve spaziare, inventare. Previo, sempre, lo studio dell'opera, dei suoi degradi, della cause che li hanno innescati e del luogo di conservazione...
"Quando abbiamo
una sfida da affrontare, prima ci
concentriamo, raccogliamo le informazioni e poi lasciamo che la
nostra mente vaghi e divaghi fino a
quando arriviamo all’intuizione
creativa. " Daniel Goleman
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