giovedì 29 luglio 2010

questioni di NASO

un amico mi ha girato questo interessante articolo:



E' vero che la carta ha una sua fragranza e annusandola puoi capirne lo stato, ma che emeriti studiosi siano riusciti a scomporne l'odore nei componenti degradanti che la caratterizzano, mi sembra però più che scienza, fantascienza; giusto la notizia "gossip" per la canicola estiva. Non vorrei che questi cervelloni si siano fatti prendere un po' troppo da Suskind e dal suo "Profumo": se a Londra iniziano degli efferati omicidi bisognerà quindi preoccuparsi!

Al di là di tutto sarebbe bello poter fare delle analisi non invasive alle opere...soprattutto che tali studi potessero essere poco costosi e accessibili...questa non sarebbe fantascienza ma una favola. Purtroppo per chi come me ha un laboratorio privato, quanto è legato a innovazione, analisi e ricerca è un lusso che va a discapito di altre cose ben più futili...solitamente il mio shopping convulso e sfrenato avviene in un ingrosso di prodotti di restauro piuttosto che nella boutique all'ultima moda! Ben venga però che se ne parli e che negli istituti si faccia ricerca anche sulla carta, cenerentola dei supporti per l'arte....

giovedì 22 luglio 2010

IL NAVIGATORE...

Oggi su e giù per Milano...che fortuna...non amo questa città, con lei è un continuo litigio sottoforma di disorientamento. Qualcuno un tempo mi parlò di un libro di Umberto Eco in cui si spiega la causa della vertigine dell'ignaro autista che s'addentra per le sue vie, ma non ne ricordo il titolo, pur essendone vittima conclamata...negli anni ho cercato di addomesticarla, imparando le tre strade che mi serve percorrere per giungere alla meta e poi, la svolta: IL NAVIGATORE.
Ora tutto mi è più vicino ed è facile passare in poco tempo da un luogo all'altro della grande e caotica città senza sbagliarsi, pur modificando sempre il percorso (attività che io adoro). Peccato però che l'attenzione sia focalizzata su quel piccolo e asettico visore applicato al parabrezza: il tutto viene disperso, non si vede più l'esterno, e si perde l'interscambio con l'ambiente circostante. Ogni cosa, spazio, colore, edificio, piazza, fontana, negozio, albero scompare e tutto si semplifica in un immagine virtuale, senza riferimenti, piatta e insapore....
...tutto sommato forse era meglio continuare a perdersi....
peccato che in questa società, ove il tempo è denaro non è permesso divagare, ma solo "navigare" a vista...

mercoledì 21 luglio 2010

PULITURA A SECCO E....

In queste calde giornate di luglio cosa c'è di meglio se non dedicarsi alla pulizia a secco di un'intera biblioteca nobiliare?!?!?!? inteminabili ore a sgommare dorsi, coperte e tagli, con la canicola estiva e il canto delle cicale come colonna sonora....



La mente non può che viaggiare nella selva di titoli, decine e decine di storie lette e non, racconti di famiglia, narrazioni di gusti individuali, collezioni e studi....poi sistemando una pila di volumi un ricordo prevale su tutto e diviene un tarlo da sedare....



e così inizio freneticamente a leggere dorsi e a sistemarli come meglio posso: i titoli a mia disposizione, trattandosi della sezione dedicata ai bambini e fanciulli, non sono dei più elevati e poi il tempo a disposizione per la "ricreazione" e per poter divagare non è molto, ma qualcosa ottengo, un viaggio immaginario e un po' fantastico in attesa delle vacanze:







questa pratica ha un nome specifico, si chiama:
POESIA DORSALE

cit. "Mettere dei libri uno sopra l'altro in modo che i titoli si concatenino fino a formare dei versi....si chiama così perchè nasce dai dorsi dei libri non dai titoli.

E' un'arte visiva ed istantanea, nata dall'idea da Silvano Belloni, un graphic designer e fotografo, che come me un giorno contemplando uno scaffale pieno di libri ammucchiati ha visto in questi il formarsi di frasi dal senso compiuto e dal sapore atemporale.


E' un 'attività piacevole e stimolante, se non altro per fare un po' di ordine tra i propri libri e magari rimettersi a leggerne qualcuno,
la mia prova è un po' raffazzonata, ma si possono ottenere favolose poesie, ad esempio:





googlate e ne troverete delle belle....e poi posate l'attenzione sulla vostra libreria, non potrete che innamorarvene....






mercoledì 14 luglio 2010

LO ZEN E L'ARTE DEL DISCIALBO

Penso di aver frequentato il mondo del restauro di affreschi quel poco da pensare che discialbare sia una disciplina meditativa e rilassante, tanto quanto lo è la mia amata rintelatura.... l'anno scorso, in questo periodo mi ero pure esibita in una perfomance ad essa legata e che così descrivevo:

DISCIALBO: roviniamolo: DI - SCIALBO

SCIALBO= per definizione è quello strato di tempera, generalmente calce spenta, steso su pareti affrescate per lo più al fine di ingienizzare ambienti impiegati come lazareti in periodi epidemici E comunemente "dare una mano di bianco" per ripulire e illuminare gli spazi.

DISCIALBARE non è banalmente "rimuovere lo strato di scialbo"...
DISCIALBARE è un viaggio
DISCIALBARE è un percorso
DISCIALBARE è la lenta scoperta di nuovi racconti
DISCIALBARE è la consapevolezza celata da un sottile velo coprente,
uno strato di colore abbastanza spesso però per trasformarsi da purezza e pulizia,
a velo, nascondiglio, scrigno...
La rimozione dello scialbo è un momento di raccoglimento, in cui l'atto è scandito dalla dualità perchè è al momento stesso
smania e controllo
forza e delicatezza
luce ed ombra
sole e luna

Non si conosce cosa ci sia sotto
Solo dopo un lavoro meticoloso e puntuale si arriva al rapimento,
alla vera natura dell'opera

sorpresa di un mondo nascosto

una nuova storia

SCIALBO DISCIALBO...
STANZA ISTANZA

martedì 13 luglio 2010

LO ZEN E L'ARTE DI PREPARARE RINTELATURE

In questi giorni mi sono nuovamente calata in uno dei processi che più amo: la rintelatura.



La rintelatura consiste nell'applicazione di una tela al verso dell'opera e viene effettuata per dare maggiore consistenza e condizionare il manufatto; normalmente viene impiegata per oggetti di “grande formato”, ossia per quelle opere le cui dimensioni sono maggiori rispetto a quelle dei cartoni preposti per la conservazione. I manufatti così trattati possono essere tranquillamente tensionati su telai in legno o acciaio o arrotolati su tubi di P.V.C ricoperti da un foglio di carta permanente o carta barriere (100% cotone anacida e con riserva alcalina).



Tela e carta però si mettono in equilibrio in maniera inversa con l'ambiente in cui sono riposte: all'innalzarsi dell'umidità relativa la carta si rilassa aumentando le sue dimensioni, mentre, all'opposto, la tela si contrae restringedosi. Il contatto diretto con i due materiali è quindi deleterio e, in questo caso, è l'opera ad avere la sorte peggiore, perchè meno resistente. Non a caso le stampe incollate su tela e montate su telaio sono solitemente caratterizzate da ampi strappi e lacerazioni.



Per ovviare a questo incoveniente, e rendere il supporto della tela adatto alla conservazione di opere d'arte su carta, si prepara la superficie applicando su di essa uno strato di carta giapponese. Questo diviene un cuscinetto che rende la tela più simile alla carta e ne mitiga i movimenti, cosicchè il sistema diventi stabile e nel tempo sicuro.



La preparazione della tela è per me una sorta di giardino zen...oltre a rilassarmi, permette di centrarmi e concentrarmi.



Ha in sè diversi aspetti:



lo sfogo fisico: nel tendere la tela e fissarla alla parete con la spara punti;

la pozione magica: nel versare e nel mescolare le colle;


la calibrazione dei movimenti: nel taglio dei fogli e nel gesto sugli stessi, poichè al passaggio del pennello divengono umidi e fragili.


la concentrazione e i contatto con se stessi - la respirazione -: nell'applicare giustamente sovrapposti i fogli carichi di colla pronti a rompersi a causa del peso che portano, tanto fragili per cui un gesto sbagliato, un soffio o un pensiero di traverso possono distruggerli. Infine nel passaggio del pannello giapponese e della stecca d'osso minuzioso e dosato ad ottenere una superficie omogenea e completamente adesa....
la rintelatura insomma è una sorta di training del maestro Miyagi in Karate Kid... In effetti il modo di tagliar i fogli, di stendere la colla e di far aderire i pezzi alla tela è desunto dalla tecnica giapponese di costruzione dei Karibari (pannelli mobili)...



metti la cera...togli la cera