E' vero che la carta ha una sua fragranza e annusandola puoi capirne lo stato, ma che emeriti studiosi siano riusciti a scomporne l'odore nei componenti degradanti che la caratterizzano, mi sembra però più che scienza, fantascienza; giusto la notizia "gossip" per la canicola estiva. Non vorrei che questi cervelloni si siano fatti prendere un po' troppo da Suskind e dal suo "Profumo": se a Londra iniziano degli efferati omicidi bisognerà quindi preoccuparsi!
Al di là di tutto sarebbe bello poter fare delle analisi non invasive alle opere...soprattutto che tali studi potessero essere poco costosi e accessibili...questa non sarebbe fantascienza ma una favola. Purtroppo per chi come me ha un laboratorio privato, quanto è legato a innovazione, analisi e ricerca è un lusso che va a discapito di altre cose ben più futili...solitamente il mio shopping convulso e sfrenato avviene in un ingrosso di prodotti di restauro piuttosto che nella boutique all'ultima moda! Ben venga però che se ne parli e che negli istituti si faccia ricerca anche sulla carta, cenerentola dei supporti per l'arte....
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