COME SEMPRE DIVULGO.....COME SEMPRE NON RIUSCIRO' A VEDERE LA MOSTRA....ASPETTO IL SUO APPRODO A BRESCIA!
"I frammenti del Giappone tradizionale di Karmen Corak descrivono un universo che offre una ricercata unità complessiva, pur soggiacendo alle dovizie di particolari, con cui indicare la mutevolezza dell’incessante divenire.
La sua indagine intende esprimere la vera essenza della natura, attraverso quei dettagli che nascondono sempre l’inesprimibile. Immagini intese come tracce di memoria, perché contengono un significato più profondo, che impone una digressione sulla vita culturale e spirituale dei giapponesi. Il suo è un viaggio visivo che si confonde con la forza del segno, allusivo ed evocatore, di un codice simbolico. Penetra dentro il mondo giapponese, che ama per carpire l'essenzialità del wabi sabi, quella capacità dell’uomo di riprodurre la complessa semplicità della natura: è un'esperienza artistica che è sempre in continuo mutamento, la riproduzione di un’armonia estetica ma profondamente umana. La forza del simbolo permette cosi di andare al di là della percezione sensoriale per
cogliere il vigore del suo profondo valore universale. Wabi sabi è tendenza verso la perfezione che passa attraverso il culto dell'imperfezione, perché, per i giapponesi, la bellezza assoluta coincide con il senso della caducità. Karmen Corak, da osservatrice privilegiata, cerca di rievocare i cardini del pensiero estetico del Giappone antico che le sue immagini inseguono con naturalezza. “È come una sera d'autunno, sotto una distesa incolore di cielo in silenzio. In qualche modo, come se per qualche motivo che dovremmo essere in grado di ricordare, lacrime scendono incontrollabili” (Kamo no Chōmei , Hōjōki, Ricordi della mia capanna, 1212) Marco Meccarelli
Le fotografie sono stampate su washi, carta giapponese realizzata da maestri cartai Futoshi Umeda e Masao Seki."
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