GIRO LE CONSIDERAZIONI DI UNA DIPENDENTE DEL MIBACT
"Un lungo post per una fine e un inizio – Intanto Romagna addio. di Anna Stanzani
Pochi giorni fa un ufficio storico della amministrazione del patrimonio, cioè la Soprintendenza ...per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena Ravenna e Rimini, dove lavoro da molti anni, ha definitivamente cessato di esistere (come tutti gli altri uffici periferici del MIbact sul territorio nazionale).
Si è chiuso senza un requiem (ma nemmeno senza un ordine di servizio, una nota o una circolare ministeriale, una comunicazione per gestire il trapasso) un ufficio che operava da un secolo e che dagli anni Cinquanta dello scorso millennio è stato protagonista della storia della amministrazione del patrimonio in Italia grazie a soprintendenti di levatura internazionale come Cesare Gnudi e Andrea Emiliani.
Ora bisogna dividere, ai sensi della nuova organizzazione del ministero, la tutela dalla valorizzazione (ma davvero sono separabili? Non si tratta di una funzione inconsutile?). Ciò comporta, prima di tutto, il distacco tra il patrimonio del territorio e i musei. La tutela del territorio passa alla Soprintendenza mista alle Belle arti e al paesaggio, mentre i musei nazionali saranno amministrati dal Polo regionale museale.
Non bisogna avere paura dei cambiamenti. Possono essere una opportunità per migliorare. Bene, affrontiamo questi cambiamenti con buona volontà. Innanzi tutto lo stato di fatto. La storico edificio di via Belle Arti 56 a Bologna diventerà sede del Polo regionale: si occuperà dei musei anche archeologici da Ravenna a Parma (vedi l’elenco più sotto).
Sono qui conservati gli “atti”, archivi e documenti (dichiarazione di vincoli, fotografie dell’’archivio fotografico, catalogazione, atti dell’ufficio esportazione, dell’ ufficio mostre, contratti, relazioni, perizie, documentazione dei restauri, lettere, note, ecc.), relativi al patrimonio diffuso nel territorio e concentrato nei musei, delle province di Bologna, Ferrara e di tutta la Romagna. Tutta questa memoria storica di grande valore e utilità sarà divisa – dispersa, tra le due Soprintendenze miste e il Polo regionale? Infatti, anche la competenza territoriale è stata stravolta: diciamo che (dal punto di vista storico artistico) la soprintendenza di Bologna perde tutta la Romagna (alla quale è sempre stata culturalmente legata (come parte delle Legazioni pontificie, dagli inizi del Cinquecento), mantiene Ferrara e acquista Modena e Reggio. La Romagna si riunisce sotto la Soprintendenza di Ravenna.
E le cosiddette risorse umane? In via Belle Arti (e nella appendice di Palazzo Pepoli Campogrande) lavora un sempre più scarno gruppo di impiegati funzionari amministrativi, storici dell’arte, architetti, restauratori, biologi, ecc. Un gruppetto, destinato ad assottigliarsi ulteriormente in tempi brevi per via di prossimi pensionamenti. Ci siamo occupati fino ad ora sia del territorio (grande), sia di una parte dei musei nazionali ivi presenti (Pinacoteca di Bologna, Pinacoteca di Ferrara, Museo Nazionale dell'età neoclassica in Romagna in palazzo Milzetti a Faenza). Del tutto simile la situazione nelle, egualmente cessate, consorelle soprintendenze dell’Emilia Romagna, dove soprattutto gli storici dell’arte sono del tutto insufficienti. Separando la tutela del territorio dalla valorizzazione dei musei saremmo assegnati o alle soprintendenza mista o al polo. Questa riorganizzazione deve essere, per decreto, a costo zero.
Anche con la migliore buona volontà risulta evidente che saremo del tutto insufficienti: pochissimi per costituire un adeguato organico per una reale nuova, combattiva valorizzazione dei musei, limitatissimi per una presenza attenta ed efficace nella tutela del patrimonio diffuso sul territorio.
Ecco l’elenco dei musei che saranno gestiti dal Polo museale dell'Emilia-Romagna:
Abbazia di Pomposa e Museo Pomposiano - Codigoro (Ferrara)
Antica Spezieria di San Giovanni Evangelista - Parma
Basilica di Sant'Apollinare in Classe - Ravenna
Battistero degli Ariani - Ravenna
Camera di San Paolo - Parma
Casa Minerbi - Ferrara
Casa Pascoli - San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena)
Castello di Canossa e Museo Nazionale "Naborre Campanini" - Reggio Emilia
Castello di Torrechiara - Langhirano (Parma)
Cella di Santa Caterina - Parma
Ex Chiesa di San Barbaziano - Bologna
Ex Chiesa di San Mattia - Bologna
Fortezza di San Leo - Rimini
Galleria Nazionale di Parma
Mausoleo di Teodorico - Ravenna
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Museo Archeologico Nazionale di Parma
Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (Forlì-Cesena)
Museo dell'età neoclassica in Romagna in Palazzo Milzetti - Faenza (Ravenna)
Museo di Casa Romei - Ferrara
Museo Nazionale del Castello Malaspina - Bobbio (Piacenza)
Museo Nazionale di Ravenna
Palazzo di Teodorico - Ravenna
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Teatro Farnese - Parma
Torre Jussi - Bologna"
"Un lungo post per una fine e un inizio – Intanto Romagna addio. di Anna Stanzani
Pochi giorni fa un ufficio storico della amministrazione del patrimonio, cioè la Soprintendenza ...per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena Ravenna e Rimini, dove lavoro da molti anni, ha definitivamente cessato di esistere (come tutti gli altri uffici periferici del MIbact sul territorio nazionale).
Si è chiuso senza un requiem (ma nemmeno senza un ordine di servizio, una nota o una circolare ministeriale, una comunicazione per gestire il trapasso) un ufficio che operava da un secolo e che dagli anni Cinquanta dello scorso millennio è stato protagonista della storia della amministrazione del patrimonio in Italia grazie a soprintendenti di levatura internazionale come Cesare Gnudi e Andrea Emiliani.
Ora bisogna dividere, ai sensi della nuova organizzazione del ministero, la tutela dalla valorizzazione (ma davvero sono separabili? Non si tratta di una funzione inconsutile?). Ciò comporta, prima di tutto, il distacco tra il patrimonio del territorio e i musei. La tutela del territorio passa alla Soprintendenza mista alle Belle arti e al paesaggio, mentre i musei nazionali saranno amministrati dal Polo regionale museale.
Non bisogna avere paura dei cambiamenti. Possono essere una opportunità per migliorare. Bene, affrontiamo questi cambiamenti con buona volontà. Innanzi tutto lo stato di fatto. La storico edificio di via Belle Arti 56 a Bologna diventerà sede del Polo regionale: si occuperà dei musei anche archeologici da Ravenna a Parma (vedi l’elenco più sotto).
Sono qui conservati gli “atti”, archivi e documenti (dichiarazione di vincoli, fotografie dell’’archivio fotografico, catalogazione, atti dell’ufficio esportazione, dell’ ufficio mostre, contratti, relazioni, perizie, documentazione dei restauri, lettere, note, ecc.), relativi al patrimonio diffuso nel territorio e concentrato nei musei, delle province di Bologna, Ferrara e di tutta la Romagna. Tutta questa memoria storica di grande valore e utilità sarà divisa – dispersa, tra le due Soprintendenze miste e il Polo regionale? Infatti, anche la competenza territoriale è stata stravolta: diciamo che (dal punto di vista storico artistico) la soprintendenza di Bologna perde tutta la Romagna (alla quale è sempre stata culturalmente legata (come parte delle Legazioni pontificie, dagli inizi del Cinquecento), mantiene Ferrara e acquista Modena e Reggio. La Romagna si riunisce sotto la Soprintendenza di Ravenna.
E le cosiddette risorse umane? In via Belle Arti (e nella appendice di Palazzo Pepoli Campogrande) lavora un sempre più scarno gruppo di impiegati funzionari amministrativi, storici dell’arte, architetti, restauratori, biologi, ecc. Un gruppetto, destinato ad assottigliarsi ulteriormente in tempi brevi per via di prossimi pensionamenti. Ci siamo occupati fino ad ora sia del territorio (grande), sia di una parte dei musei nazionali ivi presenti (Pinacoteca di Bologna, Pinacoteca di Ferrara, Museo Nazionale dell'età neoclassica in Romagna in palazzo Milzetti a Faenza). Del tutto simile la situazione nelle, egualmente cessate, consorelle soprintendenze dell’Emilia Romagna, dove soprattutto gli storici dell’arte sono del tutto insufficienti. Separando la tutela del territorio dalla valorizzazione dei musei saremmo assegnati o alle soprintendenza mista o al polo. Questa riorganizzazione deve essere, per decreto, a costo zero.
Anche con la migliore buona volontà risulta evidente che saremo del tutto insufficienti: pochissimi per costituire un adeguato organico per una reale nuova, combattiva valorizzazione dei musei, limitatissimi per una presenza attenta ed efficace nella tutela del patrimonio diffuso sul territorio.
Ecco l’elenco dei musei che saranno gestiti dal Polo museale dell'Emilia-Romagna:
Abbazia di Pomposa e Museo Pomposiano - Codigoro (Ferrara)
Antica Spezieria di San Giovanni Evangelista - Parma
Basilica di Sant'Apollinare in Classe - Ravenna
Battistero degli Ariani - Ravenna
Camera di San Paolo - Parma
Casa Minerbi - Ferrara
Casa Pascoli - San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena)
Castello di Canossa e Museo Nazionale "Naborre Campanini" - Reggio Emilia
Castello di Torrechiara - Langhirano (Parma)
Cella di Santa Caterina - Parma
Ex Chiesa di San Barbaziano - Bologna
Ex Chiesa di San Mattia - Bologna
Fortezza di San Leo - Rimini
Galleria Nazionale di Parma
Mausoleo di Teodorico - Ravenna
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Museo Archeologico Nazionale di Parma
Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (Forlì-Cesena)
Museo dell'età neoclassica in Romagna in Palazzo Milzetti - Faenza (Ravenna)
Museo di Casa Romei - Ferrara
Museo Nazionale del Castello Malaspina - Bobbio (Piacenza)
Museo Nazionale di Ravenna
Palazzo di Teodorico - Ravenna
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Teatro Farnese - Parma
Torre Jussi - Bologna"
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