Molti di voi capiranno, altri no.
Perché l'opinione pubblica non ne parla, non siamo motivo di attenzione, non facciamo notizia.
Noi siamo quello che c'è dietro.
Dietro alla bellezza restituita, dietro al clamore di restauri importanti, dietro alle problematiche del nostro patrimonio.
Noi stiamo dietro. Motore silenzioso.
Io sono una restauratrice.
E il centro della mia frase è il verbo essere.
Lo sono da quando, a nove anni, decisi di fare questo mestiere guardando un film, con protagonista una restauratrice.
Lo sono dentro di me, ogni volta che guardo un'opera e vedo prima i danni che l'immagine.
Lo sono ogni volta che vado in un museo e osservo le opere cercando ritocchi e stuccature prima che il titolo o l'autore.
Lo sono tutte le volte, sempre, che le mie mani toccano la superficie di un'opera (e soffro se non posso farlo) come se attraverso queste mie mani arrivassero risposte prima ancora che attraverso gli occhi.
2 anni e 313 giorni.
Questo per ora è il risultato che interessa al mio Ministero.
Ma io non sono 2 anni e 313 giorni.
Sono 25 anni di opere viste e toccate.
Sono 25 anni, più della metà della mia vita, passate a guardare, curare e rispettare.
Io sono 25 anni di impegno, aggiornamento, pensieri e notti insonni quando capitano interventi apparentemente senza soluzione. Sono viaggi, spostamenti, cantieri, fatica fisica e mentale, sudore, calli alle mani e tagli di bisturi.
Sono occhi, mani, testa. E soprattutto cuore.
Agli occhi loro varrò (forse) 307,16 punti.
Ma agli occhi miei, dentro questo cuore che sempre si entusiasma quando arriva un'opera in laboratorio, valgo una vita di aspettative realizzate.
Io SONO una restauratrice."
Non sono parole mie, ma di una collega, nella quale mi ritrovo pienamente, anche se l'età è diversa e il settore di competenza, così come piace suddividerci, differente.
Uguali passioni e sentimenti.
Io SONO una restauratrice
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