Tre ore sono volate tra colti racconti, descrizioni storico-artistiche, raffinate definizioni tecniche.
Manca poco alla chiusura, ma c'è ancora abbastanza tempo per non perdere una mostra gioiello.
Un ottimo esempio di Cultura, a 360', non solo per l'eccellenza delle opere esposte, ma anche e soprattutto per il valore e il filo storico, artistico e documentale che le unisce. Una mostra, che a detta del curatore e percepibile anche dallo spettatore, è basata sulla ricerca e l'indagine storica. Pensata nel 1997, ha visto la germinazione nell'ultimo anno, grazie all'aggregazione di un pool di studiosi e appassionati, che hanno sintetizzato tutte le notizie e le scoperte effettuate negli ultimi 18 anni.
A rendere il percorso più interessante e completo non è stato tralasciato l'aspetto scientifico di diagnostica e conservazione. Il primo atto a conoscere la natura e la vita delle opere; il secondo a garantirne la salvaguardia. E così, un accorto controllo dei parametri ambientali caratterizzano gli spazi: 77 lux illuminano i dipinti, 50 le opere cartacee; la temperatura si aggira attorno ai 18°C. Mentre climabox, climaframe contengono gli oggetti più delicati e cartoni adatti alla conservazione sono a diretto contatto delle grafiche.
Nulla è stato dimenticato: a corredo della mostra un ciclo di conferenze e un catalogo di ottima qualità.
Tutti questi aspetti hanno permesso il prestito di opere inestimabili, e soprattutto del famosissimo dipinto "La madonna della pera", del 1526, simbolo della mostra, arrivato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze
Mancano 4 giorni e spero di avervi invogliato a correre a Orzinuovi, piccolo paese della bassa bresciana, ma grande sede di Cultura internazionale.
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