lunedì 30 giugno 2014

DOMENICA 06 LUGLIO: IN NOTTURNA SOTTO I PORTICI

 
 
FRAMMENTI DI CARTA
LA SALAMANDRA - carta fatta a mano
in piazza Mazzini!

quando il vetro fa da la differenza






















VETRO NORMALE







E' tutta questione di Vetri.



attenzione a non confondere, però, l'invisibile con il museale, in quanto:

vetro INVISIBILE: elimina i riflessi che passano dall’8% del vetro normale a meno dello 0,5%, donando così la nitidezza totale dell’immagine. La permeabilità della luce regala la precisa definizione dell’immagine, il perfetto contrasto chiaro scuro e l’ideale risalto dei colori.
Inoltre, possiede una 65% SCHERMATURA AI RAGGI UV, di certo meglio del vetro normale, ma non abbastanza per essere adatto alla conservazione. Per questo scopo bisogna acquistare il



 
 
vetro MUSEALE: stesse caratteristiche di trasparenza dell'invisibile ma 99% SCHERMATURA RAGGI UV
 
 
Ricordo che un'opera in carta dovrebbe stare lontana dalla luce, si capisce però la voglia di esporla. Quindi per garantirne la salvaguardia, l'uso di vetri museali è l'ideale, accompagnata da un'intensità di illuminazione pari a 50 lux, con luce fredda e non diretta. Inoltre è utile coprire le finestre con tende bianche.

 

 
si ringrazia AICP (associazione italiana corniciai professionisti) per le immagini

 
 

mercoledì 25 giugno 2014

ACIP - ASSOCIAZIONE CORNICIA ITALIANI PROFESSIONISTI

COME NON VOLER BENE A QUESTA RECENTE ASSOCIAZIONE NO PROFIT, CHE, GIUSTAMENTE, INCLUDE NELLE PROPRIE ATTIVITA' ANCHE METODI ADATTI ALLA CONSERVAZIONE, DANDONE SUL PROPRIO SITO SPIEGAZIONE?

ECCO, APPUNTO, UN ARTICOLO APPENA PUBBLICATO:


SI FA PRESTO A DIRE PASSE-PARTOUT
Riconoscere i materiali dei passepartout per fare le scelte giuste
I passepartout di cartoncino sono realizzati con diversi materiali, diversi spessori, anime di diversi colori e diversi trattamenti delle superficie.
A causa di marchi proprietari, termini vaghi e ingannevoli si possono avere problemi nel fare la giusta scelta per diversi utilizzi del passepartout.
Partiamo con l’esaminare  i materiali utilizzati nella produzione di cartoncino per passepartout.
I passepartout realizzati con carta prodotta da polpa di legno grezza o riciclata
sono generalmente chiamati passepartout di cartoncino. Il loro costo basso li rende ideali per incorniciare quando il costo stesso sia l’unico elemento preso in considerazione e non importi la conservazione nel lungo periodo del soggetto incorniciato.
I passepartout di cartoncino possono essere trattati con agenti candeggianti e sbiancanti per simulare lo smusso bianco dei passepartout di miglior qualità.
Questi passepartout con anima bianca non vanno confusi con quelli di qualità conservazione in quanto contengono ancora impurità, che danneggeranno l’opera d’arte nel tempo. Sono invece adatti per incorniciature decorative o temporanee.
Tutti i passepartout fatti con polpa di legno grezza contengono lignina, una sostanza naturale presente nel legno che agisce come una specie di colla che tiene insieme le fibre di cellulosa del legno. Con l’invecchiamento del passepartout la lignina irrompe e rilascia acidi causando l’ingiallimento dello smusso tagliato. Questo crea anche quel alone sul l’opera attorno al taglio della finestra. La carta dell’opera incorniciata diventa friabile  e debole.
Gli effetti della lignina possono essere controbilanciati dall’aggiunta di carbonato di calcio. Questo elemento alcalino innalza il Ph del passepartout e neutralizza gli acidi. Questi passepartout sono chiamati Acid Free o senza acido.
In ogni caso nel tempo questa riserva alcalina si esaurisce e il passepartout si ritrasforma in acido. Per questo i passepartout con assenza di lignina sono meglio quando si parla di conservazione. Anche questi possono essere tamponati con carbonato di calcio per bilanciare la naturale tendenza ad un Ph più basso. La leggera condizione alcalina creata con il tamponamento è sicura per lo per d’arte con qualche eccezione. Materiali che contengono proteine, come la seta, la pelle, la carta pecora e le foto al albume, beneficiano dalla condizione di Ph neutro, e i passepartout non tamponati sono in questi fasi una scelta migliore.
Esistono anche passepartout le cui fibre di legno sono trattata per rimuovere la lignina , arrivando all’alpha cellulosa. Sono considerati di alta qualità e sono un buon compromesso di prezzo.
Esistono anche i passepartout prodotti con cotone. Rag, come vengono spesso chiamati.
Alpha cellulosa e fibra di cotone sono chimicamente uguali e intercambiabili per l’incorniciatura. Alla lunga però i cartoni in fibra di cotone sono più longevi.
A prescindere che un passepartout sia di cotone o di alpha cellulosa, conta molto l’origine della dei materiali. Le fibre vergini sono importanti e se vengono utilizzati materiali riciclati, è importante che il produttore abbia un controllo sugli stessi.
Entrambi questi passepartout possono contenere un componente protettivo in forma di zeoliti, come materiale filtrante.
Consideriamo ora il fronte e il retto di un passepartout. Il livello frontale è l’elemento decorativo del passepartout ed anche se non a diretto contatto dell’opera deve essere chimicamente stabile, resistente alla luce e allo scolorimento. Lo stesso si dica per lo strato posteriore, che è a diretto contatto con l’opera incorniciata.

domenica 22 giugno 2014

workshop - considerazioni in sunto, in attesa dell'uscita degli atti

In una giornata e mezzo abbiamo ricevuto molti input e nozioni. Provato sia nuovi materiali, sia tecniche diverse. Quindi riuscire a decodificare il tutto è sicuramente un lavoro lungo, per il quale, tra l'altro, serve avere anche le opere "giuste" su cui lavorare, e non sempre sono a disposizione!

Io mi occupo di restauro di opere d'arte su carta antica, moderna e contemporanea, per cui alcuni aspetti di Hanji sembrano essere  molto interessanti per il restauro di tali oggetti. 

Ho trovato ottimi i fogli portati a modello. Sono morbidi, duttili e maneggevoli, al tempo stesso resistenti e tenaci, anche a basse grammature e bagnati (con acqua o colla). Questo, grazie sicuramente ad una fibra molto lunga, più di quella giapponese anche di ottima qualità (perchè diciamolo, è innegabile, che pure la raffinatezza del prodotto fa la differenza) e che ho avuto occasione di lavorare, soprattutto in un corso sulle tecniche giapponesi, in cui sono stati realizzati dei Karibari. Trattandosi della stessa materia prima, il gelso, la fibra più lunga è dovuta a diversi metodi di preparazione della polpa.
Inoltre, pare che, per l'eccellenza dei fogli, sia determinante la differente di tecnica di fabbricazione, in Corea è dovuta all'uso di una forma tradizionale, il webal. È il "telaio" su cui si forma il foglio, ed è assente di una cornice contenitiva superiore. Questo permette più sessioni, consequenziali (indietro-avanti, destra-sinistra, sinistra-destra) di inserimento dello stesso nella vasca contenente la polpa di carta, per cui si ottiene un foglio stratificato, assente di una direzionalità definita: la dilatazione dello stesso è omogenea. Credo, quindi, che per la foderatura di grandi formati, che poi vengono tirati su pannelli o telai, possa essere risolutiva a mitigare tiraggi o deformazioni (soprattutto agli angoli)

Abbiamo, inoltre, verificato, la morbidezza e igroscopicità di Hanji, impiegandola in una maniera innovativa: in sostituzione di tessuti non tessuti per l'interfoliazione di opere poste sottopeso.

In particolare se ne è riscontrata la funzionalità per lo spianamento di carte da lucido. Sappiamo che questo supporto è molto complicato da appianare, perchè si asciuga velocemente e necessita di tempestività tra l'umidificazione e la messa sottopeso, nonchè asciugature ad oc. Sempre in un passato corso, avevo imparato il metodo duro-morbido per la spianatura di questo materiale, ora ho visto l'efficacia dell'uso di Hanji. Alternativa sicuramente interessante, sia per le carte da lucido, sia per altri manufatti che presentano simili criticità (penso alla pergamena o alle fotografie).

Ora, devo sperimentare il tutto in laboratorio, capire quanto costino questi materiali e decidere in quali occasioni vada bene l'uno o la'altro prodotto, così come le varie tecniche. Ritengo, comunque, che il corso, seppur troppo breve, abbia dato un'esaustiva infarinatura sulle carte coreane. Ora tocca a noi farle nostre.

lunedì 16 giugno 2014

essay per academic writing - SPUNTI per la stesura

Sapevo che il Workshop, di 10 giorni fa, mi avrebbe arricchito molto, in nozioni, contatti ed esperienza, ma si sta rivelando molto più proficuo del previsto.
 
lo schema per il SAGGIO (ESSAY FOR ACADEMIC WRITING) secondo le modalità richieste nelle Università nordamericane.  Le indicazioni, in esso contenute, sono valide per stendere un qualsiasi report, documento descrittivo e anche applicate per la produzione dei test di certificazione della lingua inglese.
 
In realtà non è nulla di nuovo, si tratta, infatti di procedere per paragrafi logicamente consequenziali. Ove il primo capoverso espone il tema generale (“topic sentence”). Viene poi il vero e proprio corpo del paragrafo, in cui vengono illustrati dettagli e le varie argomentazioni che si portano a sostegno della propria tesi e che possono essere presentate o in ordine di importanza o secondo un ordine cronologico. Infine, la parte conclusiva, che ha due funzioni: quella di riassumere il discorso che si è andato facendo e quella di presentare le proprie conclusioni, ma lasciando lo spazio per ulteriori approfondimenti che poi si colleghino agli altri paragrafi in cui si articola l’intero saggio.
 
Conoscerne l'esistenza è comunque utile, sia per agevolare la scrittura di ciascuno; sia per arrivare preparati, qualora si dovesse affrontare una delle situazioni ufficiali a cui è legato. 

sabato 14 giugno 2014

Workshop - Hanji, la carta di gelso Koreana - EVOLUZIONI

La partecipazione al Workshop, della scorsa settimana, non è stata semplicemente un'occasione di aggiornamento professionale e personale, ma anche e soprattutto l'entrata in un grande progetto culturale e di ricerca. Il Consolato Generale della Korea e la Commissione hanno creato un gruppo-famiglia, composta da personalità competenti, eterogenee e complementari, il cui fine è quello di sperimentare e divulgare l'uso della carta Hanji.

Chi di noi 10 appartiene ad un Istituto, ha già avuto modo di esplicitare quanto ha acquisito; per tutti il primo step consiste nello scrivere un report individuale, dalla cui elaborazione nasceranno degli atti ufficiali. Siamo, infatti, dieci professionisti specializzati sul supporto cartaceo, ma in ambiti diversi*; ciascuno di noi ha un'eta, un'esperienza e un visione personale, che, se ben concertata, può dar vita ad un documento ricco e completo: è su questa ambiziosa e importante relazione che stiamo al momento lavorando.

Personalmente, poi, sto cercando il modo per divulgare le conoscenze  apprese, tra quei colleghi interessati a questo materiale, che non hanno avuto la fortuna di vincere la borsa di studio. Per ora mi è d'aiuto questo Blog, su cui, so, non ho ancora scritto molto nello specifico, ma la sbobinatura del cervello ha i suoi tempi. A breve, poi, dovrei fare pure un'ospitata sul blog "Campiture", così da raggiungere più persone e curiosi, e far conoscere Hanji.

Insomma, abbiate pazienza, perchè nulla è secretato!


*noi della carta siamo considerati un po' degli snob, in quanto pur lavorando su uno stesso supporto, riconosciamo e agiamo su oggetti differenti, specializzandoci su generi in particolare. Questo non significa che non siamo in grado di lavorare su quasi tutto, solo restringiamo i settori d'azione. Del resto la carta esiste da quasi 2.000 anni (il primo rudimentale esempio risale al 105 d.C), ed è stata trattata con la maggior parte delle tecniche d'esecuzione conosciute, e con gli scopi più diversi....Ne abbiamo!

martedì 10 giugno 2014

Japanese Brushes

La mia collezione di pennelli giapponesi si è arricchita di un elemento: il Nazebake!






Ora è quindi composta da:

NAZEBAKE: costituito da Shuro, fibra vegetale e il cui uso è spianare la foderatura.


MIZUBAKE: in pelo di daino, nasce come pennello per inumidire, ma finora, in mancanza del Nazebake, l'ho impiegato anche per aiutarmi nelle foderature e rintelature. Sicuramente, nonostante il nuovo arrivo, non perderà questa funzione.


NORIBAKE: dal manico lungo, in pelo di pecora, per collare.


SHODO: in pelo di capra, nasce per la calligrafia, da me impiegato per questo e per collare, riallineare fibre di carta, per lo più kozo.

sabato 7 giugno 2014

Workshop: the day after

Che dire, WOW.
Ottima organizzazione, un'ospitalità degna di Re e Regine.

Un'insegnante preparata, diretta, disponibile e puntuale.

La commissione curiosa, presente e cordiale, che ha scelto per bene
Noi: un gruppo eterogeneo e complementare, ricco di esperienze, passioni, progetti ed entusiasmo.

HANJI, è proprio come si legge: fantastica, morbida, malleabile e allo stesso tempo tenace.
Tante nozioni da sbobinare dal cervello, mettere su carta, in pratica e divulgare.

.....stay tuned....
l'avventura Koreana non finisce qui!

mercoledì 4 giugno 2014

il peso dei disegni

È da tempo che voglio scrivere un post su Alessandro Alghisi, e in particolare su un suo lavoro su carta, regalato alla città di Brescia e affisso (termine impiegato con cognizione di causa) in piazza della Vittoria....tale commento dovrà aspettare ancora un po' (sempre con cognizione di causa).

Nel frattempo, per chi si fosse incuriosito, consiglio una passeggiata per la rinnovata piazza, e un occhio alla parete esterna della chiesa di S.Agata....

Comunque basta divagare,
dicevo:
È da tempo che voglio scrivere un post su Alessandro Alghisi,

deviando il tema, ECCOLO:

Alessandro, che conoscevo per immagini, ma non di persona, è passato da me la scorsa settimana, con l'idea di intelare una sua opera 70x200 cm.
Dopo un dibattuto (nell'accezione di discorso/anima dibattuta) scambio di idee, intenti e finalità, e totalmente contro un immediato senso degli "affari", sono giunta alla conclusione non fosse il caso di supportare la sua carta disegnata.

Nonostante sui grandi formati la foderatura/rintelatura sia necessaria per permettere montaggi, fruizione e, in ultima, vendibilità delle opere, ho ritenuto non fosse in linea con la filosofia del disegno di Alessandro, e fosse il caso di consigliarlo per una via diversa, più naturale.

Quando, per i suoi lavori, ricercherà l'"esponibilità" durevole, non potrà esimersi nel trovare un compromesso per il loro montaggio, ma ora non è il momento per fare questo intervento.

Fogli liberi di grandi dimensioni, sono poco gestibili e conservativamente complicati; supportarli con un tessuto, della carta o altro è un'operazione sempre possibile, che snatura l'opera in carta, ma è auspicabile per una buona conservazione e fruizione.
Ovviamente, questo intervento va studiato, volta per volta.
Ed io sono qua, pronta per ogni evenienza e soluzione! :-)

Come compenso per questo lavoro, non eseguito, il dono di un suo capriccio:



(Alessandro perdona la foto....per oggi i miei mezzi di ripresa son questi,
provvederò presto con un'immagine migliore) 

martedì 3 giugno 2014

Il fascino dei libri antichi, tra arte, passione e mercato - INCONTRO A MILANO

 
 
 
 
Oggi 3 giugno alla Cavallerizza a Milano in via Foldi 2 alle 18.30 vi sarà un incontro con Cristiano Collari, un bibliofilo esperto del mercato antiquario che  svelerà pregi, segreti e rarità nascoste tra le pagine dei libri, dal titolo: Il fascino dei libri antichi, tra arte, passione e mercato.

Topolino n.3053 - MINNI E IL MISTERO DEL JIKJI


ECCOLO QUI:


è proprio tutto voluto, nessuna coincidenza!

Topolino celebra l'evento del Castello Sforzesco con la storia di Minni, e una pagina introduttiva il Jikji, in cui è inclusa la comunicazione del Workshop! 




lunedì 2 giugno 2014

L’IMPIEGO DELL’HANJI, LA CARTA DI GELSO COREANA NELLE SUE APPLICAZIONI NEL RESTAURO - evento aperto al pubblico 06 giugno

Venerdì pomeriggio 06 giugno, presso la biblioteca Trivulziana di Milano, gli 80 iscritti alla conferenza/dibattito:

"L’IMPIEGO DELL’HANJI, LA CARTA DI GELSO COREANA NELLE SUE APPLICAZIONI NEL RESTAURO", 

 
a conclusione del Workshop, che porta lo stesso titolo, avranno la fortuna di vedere il Codice di Leonardo e una copia anastatica di JIKJI: il primo libro ottenuto da caratteri mobili, stampato in Korea nel 1377, antecedente, quindi, di 78 anni l'invenzione di Gutemberg
 

Per quanti, invece, non abbiamo trovato posto all'evento, oltre a poter cercare notizie relative al libro koreano sul web o su altra fonte, possono leggerne la storia anche su Topolino, che, sul suo numero 3035, celebra il volume con l'episodio "Minni e il mistero del Jikji"

 http://www.topolino.it/archivio-edicola/3053/#prettyPhoto[mixed]/1/


......pare che l'uscita ora di questo fumetto non sia una coincidenza....