mercoledì 8 febbraio 2017

Sarenco addio

In questi giorni è mancato Sarenco, poeta visivo, bresciano di nascita, ma africano di Patria.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo, poichè suo figlio è stato mio alunno, nonchè veder molte sue opere, conservate alla Fondazione Berardelli.

La sua connessione con l'Africa è tangibile nei materiali, nelle iconografie e nella poetica. 
Lascia un vuoto, colmo di parole ed evocazioni.

http://frammentidicarta.blogspot.it/2015/04/i-70-di-sarenco.html



domenica 5 febbraio 2017

Clichè verre

Da quando la mia strada ha incrociato il mondo del restauro, gusto e vivo le mostre diversamente; osservo le opere indagando principalmente l'oggetto, perdendo il soggetto. Questo lo recupero solo in un secondo momento. Così la mia attenzione è in primis attirata dagli stati di conservazione, dai montaggi, dai restauri e dalle tecniche d'esecuzione. Acquisisco nuove informazioni, in un continuo e  infinito aggiornamento professionale.

Oggi alla mostra Dada ho incontrato una tecnica a me sconosciuta il clichè verre. Di questa ho trovato un'esauriente descrizione nel blog di http://ginodigrazia.altervista.org/ e che di seguito copio-incollo



La Gravure Diaphane  o Clichés-verre

Cliché Verre è una tecnica fotografica tradizionale, dove un artista di solito attira su di una lastra trasparente (di solito vetro) e quindi espone il risultato su carta fotografica. Il processo di Cliché Verre a cavallo del confine tra fotografia e incisione. disegni, dipinti su vetro in vernice o pittura ad olio, o graffiato in emulsione di una piastra appannata ed elaborata utilizzando un ago dell’ acquaforte. i risultati sono poi stampati o ampliati su carta da stampa fotografica.

Cliché-verre  dal francese, Cliché – vetro”, blocco stampa di vetro e’ una stampa manuale a pressione su una lastre di vetro (acidata) con processi fotochimici. è stato sviluppato intorno al 1855, la tecnica fu utilizzata principalmente da Camille Corot.  Dopo le prime sperimentazioni di Fox Talbot del 1839 e la prima apparizione ufficiale, nel 1851, di una caricatura di George Cruikshank ove era scritto “Etched on Glass” si conoscono le suggestive immagini degli artisti sperimentatori, Corot, Delacroix, i maestri di Barbizon, Rops, gli italiani Fontanesi e Borromeo, relativamente al XIX secolo, Man Ray, Tal Coat, Ernst, Brassaï, Tabard, Hirtzel, Stalder nel XX secolo*.

Il tipo più semplice di processo è da applicare su una lastra di vetro un rivestimento opaco (Ad esempio, asfalto)  e poi su questo strato fare un disegno. Dopo aver posizionato la lastra di vetro (in una camera oscura) su carta fotografica, la luce arriva all’esposizione  solo sui punti esposti, scavati con gli aghi di incisione sul supporto dell’immagine fotosensibile. Il disegno è inciso ed e’ visibile nero su uno sfondo bianco sulla carta fotografica.

Il blocco stampa di vetro (Chiamato anche Incisione Diaphan o cliché verre) è una tecnica grafica usata soprattutto nella metà del 19 secolo, quando tra gli artisti francesi essa era molto popolare.

Si tratta di un ibrido tra fotografia e disegno a mano. I fogli sono stampe fotografiche create da una negativa creata a mano. la produzione di stampe Questo tipo di stampa manuale non è una semplice sostituzione di altre tecniche come l’ acquaforte, la litografia o l’ incisione. La costruzione della piastra negativa è relativamente semplice, ma richiede elevate capacità tecniche per ottenere la produzione di fogli di stampe originali, che non sono né troppo chiare né troppo scure. Un fotografo esperto può – come un  tipografo specializzato nel settore della stampa – influenzare la qualità delle stampe.

Questa tecnica è stata molto popolare specialmente nel gruppo dei pittori paesaggisti di Barbizon, un villaggio nella foresta di Fontainebleau in Francia.

Il suo periodo di massimo splendore fu di breve durata. Rapidamente scomparve dal repertorio dell’artista e sembra che fosse in primo luogo la sperimentazione, il bisogno che ha animato ad usare il cliché verre.

Gli artisti più importanti che hanno usato questa tecnica furono: Camille Corot (circa 66 disegni), Charles-Francois Daubigny (circa 18 disegni), Jean-Francois Millet (due disegni), Eugène Delacroix ( 1 disegno). Nel 20 ° secolo sperimentarono con questa tecnica artisti come Picasso, Man Ray e Brassai.

Per produrre un cliché verre, una lastra di vetro è rivestita con uno strato opaco (spesso di colore scuro, inchiostro o collodio) (Kollodium). Può essere inchiostrata sopra la luce e posizionata su uno sfondo scuro, per meglio seguire il processo creativo.

Il disegno si ottiene graffiando con aghi di incisione sul rivestimento della lastra di vetro. Quando si tracciano le linee del disegno queste appaiono attraverso lo sfondo scuro aperte in bianco e nero.  Nei luoghi incisi la piastra è trasparente. Esposta alla luce su una  lastra di vetro rivestita fotosensibile con o una carta fotografica, il disegno inciso appare in positivo, il disegni e’ capovolto e in questo modo fotochimico puo’ essere riprodotto a piacere.

Nell’accezione originaria lastra di vetro rivestita di vernice nera o dipinta con vernici semitrasparenti o sensibilizzata e sviluppata dopo esposizione uniforme alla luce, sulla quale è possibile disegnare con uno strumento appuntito, successivamente utilizzata quale matrice negativa per stampe fotografiche a contatto o per ingrandimento, combinando manualità e processo fotografico consentendo all’autore di recuperare in toto il proprio ruolo creativo pur misurandosi con la tecnica di stampa fotografica e con le possibilità di esposizione dell’immagine che questa comporta. Messa a punto in lnghilterra tra 1835 e 1839 da William Henry Fox Talbot e dai fratelli W.E.F. Havell con J.T. Willmore, questa tecnica è stata praticata solo a partire dai primi anni cinquanta dell’Ottocento, dopo l’invenzione delle lastre al collodio, in particolare dal pittore J.B.C. Corot e da altri della scuola di Barbizon in Francia e dopo la metà Ottocento da A. Fontanesi e V. Cabianca in Italia. Il cliché-verre è stato più volte reinventato da autori diversi, tra cui Picasso (1932-1937), Brassai (1934-1935), F. Sommer (1857-1980) e dal fotografo italiano Nino Migliori (1950-1970).

Cliché Verre è una combinazione di arte e fotografia. In breve, è un metodo di incisione o, pittura o disegno su una superficie trasparente, come il vetro, carta o pellicola sottile e stampare l’immagine risultante su una carta sensibile alla luce in una camera oscura fotografico. Si tratta di un primo processo praticata da un certo numero di pittori francesi nel corso del 19 ° secolo. Il paesaggista francese pittore Camille Corot era il più noto di questi. Alcuni artisti contemporanei hanno sviluppato tecniche per realizzare una varietà di linea, il tono, la consistenza e il colore attraverso la sperimentazione di film, satinato Mylar , vernici e inchiostri e un vasto assortimento di strumenti per la pittura, incisione, graffio, allo sfregamento e imbrattare.   Cliché Verre è un termine francese. Cliché è un termine di stampa: un cast da lastra di stampa, mentre verre significa vetro.   Cliché Verre è stata una delle prime forme di riproduzione delle immagini prima dell’avvento della macchina fotografica. Come un precursore alla fotografia, Cliché Verre potrebbe rappresentare fedelmente la scena originale, senza le variazioni di tonalità disponibili nel campo della fotografia moderna.

E’ una tecnica fotografica in cui il fotografo incide l’immagine su un pezzo di vetro che è stato affumicato sopra con una candela.   Dopo che l’ artista disegna l’immagine, mette un pezzo di carta fotosensibile su di esso e lo lascia al sole, per cui l’immagine viene trasferita sulla carta. Un certo numero di stampe può essere effettuata utilizzando lo stesso pezzo di vetro.  Quando il vetro non e’ stato inciso, la carta risulterebbe più scura perché era in questi luoghi che la luce è in grado di passare attraverso il vetro e il colore della carta fotosensibile.

Cliché-verre , una tecnica ibrida, al confine tra fotografia e incisione. L’immagine viene disegnata con un bulino o altro strumento appuntito su una lastra di vetro rivestita con uno strato opaco di collodio e collocato su una superficie nera. Ogni colpo rimuove una striscia di collodio, e il disegno appare in nero in cui è esposto il vetro. Quando il disegno è finito, la stampa viene effettuata su carta salata come nella fotografia tradizionale. Il risultato è un disegno riproducibile con mezzi fotografici. La procedura è stata perfezionata c. 1853 dal fotografo francese Eugène Cuvelier (1837-1900), e utilizzato da pittori del Arras e la scuola di Barbizon (compresi amico Cuvelier di Camille Corot, Daubigny, Rousseau e Millet) tra il 1853 e il 1874. Varianti del processo sono stati utilizzati nel 20 ° secolo dal giovane Paul Klee, Man Ray , e Gyorgy Kepes

Questo processo è diminuito in popolarità dal 19 ° secolo, ma è bello vedere che gli artisti contemporanei sono ancora utilizzando questa tecnica. Courtney Johnson ha re-inventato questa tecnica per il 21 ° secolo;. l ‘artista dipinge sul vetro, scansioni in lastra di vetro come un negativo, e stampa poi il pezzo finale come immagine fotografica Nel contesto, l’opera descrive una transizione di tempo. Col passare del tempo il cambiamento paesaggi, i paesaggi di campagna diventata la città-paesaggi. I terreni sono comprato e costruito su. La rielaborazione della tradizionale tecnica Cliché Verre con il progresso tecnologico serve solo per evidenziare il passare del tempo.

Una volta era descritta come “ancella della scienza” ed è stata ignorata  come una forma d’arte valida. L’avvento della rivoluzione industriale era visto come “senz’anima”, così l’arte-forma nasce da nuove scoperte scientifiche e sono state respinte. Per fortuna, la fotografia è ora ampiamente accettata come una forma d’arte, ma prova che la storia dell’arte, della scienza e della fotografia è lungo e complicato.

Il disegno è graffiato su un pezzo di vetro affumicato, che viene posizionata su un foglio di carta sensibile ed esposto alla luce. L’area annerita del vetro funge da inchiostro, proteggendo il foglio sottostante dalla luce, quindi la creazione di linee nere sulla carta.

http://ginodigrazia.altervista.org/una-rara-tecnica-incisoria-il-cliche-verre-la-cosiddetta-gravure-diaphane/

Ammetto che se avessi tra le mani un'opera ottenuta con la tecnica del clichè verre, probabilmente, non la riconoscerei, ma forse, ora, potrei dubitarne l'impiego. L'arte moderna e contemporanea è piena di insidie, non solo per il supporto cartaceo costituito da nuove sostanze, ma anche da altri materiali di sintesi soprammessi: visitare mostre, fiere, studi d'artisti, laboratori d'artigiani, negozi di belle arti ecc.... è pertanto indispensabile per colmare le lacune ed acquisire più informazioni possibili. Non si smette mai di imparare, la curiosità e lo spirito d'osservazione sono parte importante della formazione.



I bambini stanno bene

Approfittando del Dadaparty, evento organizzato da Brescia Musei, in occasione dell'anniversario della nascita del Cabaret Voltaire, sono tornata a visitare la Mostra:




Romolo Romani era un ottimo disegnatore ed un genio assoluto, mancato troppo presto. Tutto il corpus di opere ha un sottofondo di inquietudine, ma nell'insieme e grazie all'allestimento semplice e caldo, la mostra è sorprendente, di classe ed evocativa






Nonostante i maufatti siano stati restaurati da più mani, con tecniche differenti e in tempi diversi (la maggior parte in occasione della mostra, una decina di pezzi qualche anno fa) si è riusciti ad ottenere una buona omogeneità, ed un indiscusso miglioramento dello stato di conservazione e della valenza estitica.



È stato un sollievo trovare "Il Credenzone" immutato, segnale di una corretta gestione dei parametri ambientali, è infatti molto sensibile ai cambiamenti termoigrometrici. 



È una soddisfazione rivedere i propri lavori a distanza di mesi, in ottime condizioni.





carte contemporanee

Secondo evento della rassegna internazionale E’CARTA Mini carte contemporanee, che vede la partecipazione di 125 artisti con opere dalle tecniche e dai contenuti più diversi, avendo come unico comune denominatore la carta. 
"E' sempre interessante risalire all'etimologia delle parole e l'etimo del termine carta è partilcolarmente significativo, si può infatti far risalire la parola carta al latino charta e al greco charasso che ha il significato di “incidere, scolpire” come si incidevano un tempo le lettere sulle tavolette di cera...E' da questa suggestione, unita alla naturale vocazione per la grafica d'arte e per le opere su carta, che nasce la collaborazione di SpazioMantegna con La Forza del Segno; entrambe le Associazioni sono accomunate dall'interesse e dalla volontà di promuovere l'incisione come pratica artistica, dove il segno e la carta diventano protagonisti e strumenti indiscussi dell'opera e dell'espressione. Grazie a questa Rassegna dal respiro internazionale la Carta diventa dunque un supporto privilegiato e prezioso, da preservare e da conservare." (Laura Di Fazio)
Artisti partecipanti: Antonella Agnello, Fabrizio Allegro, Antonino Attinà, Ariberto Badaloni, Francesca Bagnoli, Jean Claude Baiocchi, Orazio Barbagallo, Manja Barthel, Giuliana Bellini, Marisa Bellini, Antonia Benetti, Giovanni Blandino, Michael Bona, Marco Bonfitto, Mario Borgese, Milvia Bortoluzzi, Carla Bovi, Maria Piera Branca, Claudia Cabras, Antonia Campanella, Gabriele Canetti, Matteo Cannata, Anna Maria Caputo, Gianpiero Castiglioni, Cristine Cezanne-Thauss, Paolo Ciaccheri, Elena Chiesa, Malgorzata Chomicz, Sara Clemente, Valeria Clementi, Donatella Lolita Coli, Cristina Crescenzio, Graziella Da Gioz, Clotilde De Lisio, Fausto De Marinis, Angelo De Martin, Valentino De Nardo, Rita Demattio, Isa Di Battista, Laura Di Fazio, Fernado Di Stefano, Luciana Donofrio, Fausta Dossi, Fabio Dotta, Martina Dubini, Chiara Duzzi, Cor Fafiani, Babiscia Barbara Fallini, Elena Fodera, Gino Fossali, Monica Frisone, Elena Frontero, Lara Galli, Vanessa Galli, Priscilla Ganassini, Giulia Gentilcore, Mirella Gerosa, Martin Gerull, Cristina Ghiglia, Vittoria Giobbo, Alberico Gnocchi, Paola Grott, Eleanor Hofer, Hokan, Jarry Iris, Safa Kasaei, Francesco Lasalandra, Giulia Lazzaron, Caroline Louise, Federica Lucchini, Stefano Mammoliti, Italo Mapelli, Francois Marcadon, Mimma Maspoli, Marisa Massarelli, Pierfrancesco Mastroberti, Alfredo Mazzotta, Carla Meocci, Mina Mevoli, Maria Micozzi, Walter Milanesi, Marcela Miranda, Sara Montani, Montano Maria Grazia, Laura Moretto, Maurizio Carmine Muolo, Roberta Musi, Gunilla Oldeburg, Maria Antonietta Onida, Andrea Pacini, Beatrice Palazzetti, Cinzia Panarco, Susanna Pellegrini, Claudia Pierdomenico, Antonio Pilato, Melisa Pires, Dione Rabelo, Iva Rehova, Grazia Reiner, Nicola Romilio, Tinia Rugenbrink, Luigi Saiu, Silvia Sala, Andria Santarelli, Kadie Schmidt Hackenberg, Renato Sciesa, Filippo Scimeca, Salvatore Sebaste, Eugenia Serafini, Giuseppe Siliberto, Julia Smolenkova, Paola Soldà, Barbara Soterio, Alessia Stella, Carlotta Superti, Vinia Tanchis, Nel Ten Wolde, Fernando Tiboni, Gianfranco Tognarelli, Togo, Bianca Maria Vacher, Giuseppe Vadalà, Valentina Zanchin, Simoneta Zanuccoli.
I curatori
Antonia Campanella e Laura Di Fazio
Patrocini: Comune di Cassina de’ Pecchi, Comune di Elacourt (FR),
Organizzatori: Associazione La Forza del Segno (Cassina dè Pecchi) e Spazio Mantegna (Milano)
Gemellaggi: Associazione Gemellaggio Comune di Cassina dè Pecchi, Associazione Gemellaggio Ville de’ Elancourt (FR)
In collaborazione con: Maio, Spazio Mantegna, Acada Assculturale
Progetto e coordinamento: Antonia Campanella e Laura Di Fazio

sabato 4 febbraio 2017

DaDa?

Il 2016 ha visto il centenario dalla nascita della corrente Dada, Brescia e il suo museo ha dedicato ad essa una grande mostra. Credo che sia una delle espresiioni artistiche poco studiata a scuola, ridotta a qualceh riga del libro di storia dell'arte, e ammetto di conoscere poco anche io, confondendola con il futurismo. Non mi farò pertanto scappare l'evento di domani DADAparty, al Museo Santa Giulia, grazie a cui, spero, riuscirò a colmare le mie lacune.



#DADAParty Tutto il programma ⤵
Domenica 5 febbraio: la mattina dalle 11.00 alle 13.00 sarà proprio il Cabaret Voltaire! lo scenario per insoliti incontri con stravaganti personaggi, che daranno voce e vita a poesie dadaiste, coinvolgendo i visitatori in momenti di imprevedibile divertimento.

Il pomeriggio invece alle 14:30 con replica alle 15:45 e 17:00 sarà possibile partecipare ad un evento unico che si terrà in mostra. Lo spettacolo teatrale per cuffia che racconta la storia di un incontro fuori dal comune tra personaggi fuori dal comune. Un radiodramma, della durata di 45 minuti, che ci farà viaggiare proprio nella Zurigo del 1616 e precisamente facendoci partecipare alla vita del Cabaret Voltaire, che a Brescia è ricostruito in mostra: lì si radunarono in molti per assistere alle particolari performance dadaiste. Sembra che ci fosse pure James Joyce ed è molto probabile l’arrivo di Lenin. Il rivoluzionario russo abitava, infatti, nella stessa strada, a pochi metri di distanza dal ritrovo e da settimane si lamentava del rumore proveniente dal locale…
Dada 14 luglio 1916. Omaggio al centenario del Dadaismo è uno spettacolo per cuffie prodotto dal secondo canale della Radio della Svizzera Italiana. Sarà presentato a Brescia in un'unica data italiana, dopo l’anteprima avventa lo scorso anno a Bellinzona, in occasione del Festival Territori. Flavio Stroppini, autore dell’opera, ha dato voce non solo agli artisti, ma anche a coloro che furono vicini al movimento: Tristan Tzara (Claudio Moneta), Lenin (Matteo Carassini), Jean Arp (Davide Garbolino), Sophie Taeuber (Jasmine Mattei), James Joyce (Luca Maciacchini), e Hugo Ball (Riccardo Ruggeri) accompagnati dal pianista-compositore Andrea Manzoni. "Dada è una nuova tendenza artistica". Così recitò Hugo Ball durante la prima serata ufficiale del dadaismo dadaista che si svolse a Zurigo il 14 luglio 1916 nel piccolo Cabaret Voltaire.
La giornata si concluderà con una performance musicale alle ore 18.30 presso la White Room del Museo di Santa Giulia dal titolo CORTI DADA & DINTORNI CON LIVE SOUNDTRACK ELETTRONICA ESEGUITA DA PAINE’ CUADRELLI.

L’evento sarà dedicato alle intersezioni straordinarie tra musica elettronica e immagini dada. Protagonista Painè Cuadrelli (1976) sound designer, produttore musicale e dj, che dialogherà con le opere cinematografiche dei grandi esponenti del movimento dadaista: Hans Richter, Man Ray, René Claire, Fernand Léger, Dudley Murphy, Viking Eggeling. Sonorizzazioni uniche, inedite e composte appositamente per l’evento da Cuadrelli in una serata unica nel suo genere.
Painè Cuadrelli, figura centrale nella scena musicale elettronica italiana, ha suonato in club e festival in Europa, Stati Uniti, Russia e America Latina. Tra i vari progetti, ha formato la dj-band I Maniaci Dei Dischi (con Dj Fonx), Soslo (con Sergio Messina). Coordina il corso di Sound Design all'Istituto Europeo di Design di Milano dove insegna Progettazione Sonora ed è fondatore e direttore artistico della piattaforma multimediale Compl8 Produzioni.
Ha recentemente pubblicato "Yellowblack EP" e sta lavorando su diversi progetti discografici, multimediali e interattivi.

A concludere la serata un brindisi per augurare lunga vita al Dada e al Cabaret Voltaire!

Tutti gli eventi della giornata saranno gratuiti e compresi nel costo del biglietto della mostra!

venerdì 3 febbraio 2017

Durata delle immagini fotografiche

"Way Beyond Monochrome 2e: Advanced Techniques for Traditional Black & White". 
R. Lambrecht / C. Woodhouse
FocalPress




Documentatissimo libro con approfondimenti tecnici, diagrammi, fotografie, tabelle, confronti.

Grazie a Gabriele Chiesa per la preziosa segnalazione. 

Qui il confronto tra analogico e digitale in termini di "tempo di obsolescenza" e "speranza di vita".

Photo Techniques Magazine stated: "All our readers need to know about this very useful book." Indeed, there is no other compendium that is as in-depth as this for the beauty and magic of fine-art black-and-white photography. With 560 pages and over 1,000 illustrations, Way Beyond Monochrome starts with conceptual lessons of composition and takes you through image capture, exposure, controlling tonality, variable-contrast paper, archival printing, mounting, framing and presentation with simple concepts to an advanced level. This new edition has been completely revised and heavily expanded, adding over 250 pages to the original edition with new chapters on print mounting, spotting, framing, digital negatives, utilizing digital technologies for alternative processes, and fabulous do-it-yourself projects. Overall, the authors have created a thoroughly researched, technologically sound yet aesthetically pleasing, inspirational bible for monochrome photography.

New to this edition:

  • almost double the content
  • a new section discussing the path from visualization to print, illustrating the interaction between eye and brain, explaining the rules of composition and when to break them to produce photographs with impact
  • a new section on presentation including hands-on mounting, matting, spotting, and framing
  • image capture has a more in-depth focus, now covering pinhole photography and digital capture
  • now includes making and printing with digital negatives
  • a new section discussing the pros and cons of typical image-taking and image-making equipment
  • plus new do-it-yourself projects, including many darkroom tools and an electronic shutter tester
  • a useful collection of templates, to copy, cut-out and take with you in your camera bag or use in the darkroom
  • an appendix with all the recipes to make your own darkroom chemicals from scratch
  • all illustrations improved and updated
  • improved index with 1,400 references