sabato 16 novembre 2019

APPELLO FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA - VENEZIA

"Ciao ragazzi
la situazione in Querini è pesantissima. Abbiamo perso migliaia di libri e tutti i servizi al piano terra sono stati più meno compromessi: ascensori, computers, auditorium.
Stiamo portando in salvo metri e metri lineari di volumi. l'acqua alta eccezionale ci ha messo in ginocchio, Pur essendo attrezzati a superare emergenze fino a 170 cm, 187 ci hanno messo in crisi. Stiamo calendarizzando gli interventi.
Vi chiedo di far girare il nostro link, per le donazioni. Lo dico con molta umiltà: abbiamo bisogno di un sostegno economico, anche piccolo ma di tantissimi.
Grazie
Angela Munari"

http://www.querinistampalia.org/ita/sostienici/acqua_alta_12_novembre_2019.php  

domenica 3 novembre 2019

DEL RESTAURAR MANIFESTI...

Di seguito il testo che avevo preparato per il catalogo della mostra "Marcello Dudovich, fotografie fra arte e passione", ma che purtroppo non ha trovato spazio all'interno del volume. Poco male, nell'era del riciclo, va benissimo per il mio blog.


Il primo manifesto su cui misi le mani all’inizio della mia carriera professionale fu, nel 2000, proprio una cromolitografia di Dudovich, della serie “MELE”. Apparteneva alla Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”. Negli anni mi sono presa cura di decine di pezzi appartenenti a questa inestimabile collezione milanese, secondo metodologie di intervento variate di poco. Sempre diversi, invece, i degradi a cui far fronte. Seppur simile, infatti, ogni manifesto presenta caratteristiche e degradi specifici, e così i lavori effettuati sui sei esemplari, da me restaurati in occasione della mostra “Marcello Dudovich, fotografie fra arte e passione“, sono stati tra loro differenti.
I manifesti pubblicitari nascono come effimere immagini in carta, a supporto dello sviluppo dell’industria e del commercio, e sono condizionate dalle tendenze estetiche e dell’arte. Questi volubili aspetti stimolano il fermento creativo, ma al tempo stesso ne condizionano la durabilità nel tempo. I cartelloni pubblicitari sono, infatti, comunicazioni transitorie e immediate, destinate a essere presto sostituite da altre, più attuali.
Il fine espositivo e attrattivo, inoltre, necessita che la loro distribuzione sia in numero pressoché illimitato e ottenuta a basso costo. Tutte queste caratteristiche convogliano nell’uso di carte di bassa qualità e nel metodo di stampa che ne permetta altissime tirature: la litografica. Gli unici costosi vezzi consentiti sono l’uso del colore (nello specifico si parla quindi di cromolitografie), e la progettazione artistica affidata a grandi nomi dell’arte e della comunicazione. L’immagine e il messaggio commerciale devono, infatti, colpire massivamente l’osservatore inducendolo all’acquisto del bene o dell’evento reclamizzato: per raggiungere questo fine si deve puntare sulla quantità e sulla qualità artistica, a scapito di quella materica. Queste ponderate e finalizzate caratteristiche originali, sono diventate un limite con il cambio d’approccio, ovverosia nel momento in cui è si è passati da manifesto come “oggetto effimero d’uso”, a manifesto come “opera da collezionare”. Questo diverso e nuovo punto di vista fa sì che l’affiche venga accumulata, talvolta esposta, ma per lo più conservata. In poche parole bisogna “farla durare nel tempo”. Come premesso, però, questo aspetto non è stato contemplato nella loro progettazione e realizzazione e non viene, nel tempo, modificato. Così, i supporti cartacei utilizzati rimangono costituiti da pasta chimica o pasta a legno, contengono altre impurità o sostanze chimiche che nel tempo portano a una diminuzione della resistenza meccanica del foglio, e ad alterazioni cromatiche: la carta s’infragilisce e perde il suo l’equilibrio estetico. Queste modificazioni vengono accelerate da fattori estrinsechi: così l’esposizione ai raggi UV innesca reazioni di fotossidazione, visibili in ingiallimenti; l’elevata umidità relativa induce la prolificazione d’attacchi microbiologici e, in ambienti acidi, processi di idrolisi. A peggiorare una situazione già precaria, si sommano altri elementi, quali le grandi dimensioni; le poco ortodosse modalità di affissione; l’azione degli agenti atmosferici; gli stress meccanici da inoculata movimentazione; le riparazioni fai da te. Per questo troviamo manifesti naturalmente degradati le cui condizioni sono ulteriormente peggiorate da piegature per ridurne le dimensioni, dilavamenti, lacune e strappi liberi o suturati con metodi e materiali inadatti alla conservazione, insieme a montaggi scorretti su tela o su altri supporti rigidi.  Da sottolineare come l’attività dell’uomo determini svariati danni, per questo motivo è bene affidare tali manufatti nelle mani di restauratori specializzati, nella salvaguardia di opere d’arte su carta, professionisti formatisi a trattare questi oggetti, impiegando metodi e materiali studiati per essere durevoli, inerti rispetto al materiale cartaceo e facilmente removibili nel lungo termine.



Le fasi di restauro delle opere in mostra e prestate dalla Raccolta Bertarelli di Milano


Come premesso, il corpus presentava opere eterogenee: due opere già in ordine e incorniciate, ma da rendere più sicure; un manifesto incorniciato, ma da spolverare; una locandina già correttamente restaurata e solo da tensionare su telaio e incorniciare; un’affiche su cui eseguire un minimo intervento conservativo, da montare su telaio e incorniciare, e un’ultima, di elevato formato, da restaurare completamente, intelaiare e incorniciare.
Prima dell’intervento




L’opera più ammalorata riassume le maggiori attività che svolgo nel restauro di manifesti pubblicitari, pertanto, focalizzerò su di essa la descrizione delle varie fasi, a partire dallo stato di conservazione. Premessa necessaria all’esecuzione degli interventi è, infatti, l’analisi particolareggiata delle opere, lo studio della tecnica di realizzazione e la valutazione della fragilità del supporto cartaceo.

Crocino di registro _ ingrandimento
L’opera consiste in una cromolitografia a quattro colori, stampata su due diversi fogli di carta a macchina, tra loro giuntati a formare un'unica superficie di 200x140 cm. Il manifesto versa in un mediocre stato di conservazione, nonostante sia stato oggetto di un passato intervento di restauro, eseguito, purtroppo, con metodologie e materiali inadatti alla sua corretta salvaguardia. Seppur correttamente foderato con una carta giapponese, e quindi intelato con un tessuto leggero di cotone, chi ha eseguito l’intervento ha usato fogli troppo spessi e per l’incollaggio ha impiegato un adesivo granuloso e lucido, di probabile natura sintetica, senza l’esclusione di un termoplastico. La foderatura, inoltre, presentava deadesioni e distacchi dal manifesto, con conseguente instabilità della stessa; la tela, invece, era stropicciata, mal incollata e sporca. La superficie al recto era caratterizzata da uno spesso strato di polvere, ingiallita e macchiata, soprattutto in prossimità del margine laterale destro, da impronte digitali. Il supporto cartaceo, già di per sé di 
pieghe e  distorsioni della carta, piccole macchie di foxing,
tela sovrammessa all’originale
cattiva qualità, era piuttosto indebolito e mancante della sua intrinseca elasticità, a causa di fenomeni chimici da fotossidazione, idrolisi e da maldestre azioni meccaniche. In generale si evidenziavano diversi degradi materici, sotto forma di: abrasioni superficiali, sfogliamenti, piccole-medie lacune, strappi, deformazioni, arricciamenti e pieghe secche, queste ultime dovute a vecchie piegature, precedenti l’intelaiatura. I bordi erano parzialmente coperti da una tela leggera, incollata con un adesivo dalla natura sconosciuta, e gli strappi suturati con nastri adesivo: tutti materiale inadatti alla conservazione. 



Particolare dell’adesivo che incollava la foderatura alla carta originale_ingrandimento  (25x)
Valutato lo stato di conservazione così descritto, si è progettato l’intervento, basato sui seguenti obiettivi: allontanare i materiali inadatti alla conservazione; rinforzare il supporto cartaceo; mantenere integra la dignità artistica dell’opera; realizzare un sistema di montaggio e conservativo adatto al pregevole manufatto, in coerenza con le metodologie in uso dalla Raccolta Bertarelli, d’intesa con la Direzione lavori e con il Conservatore Dott.ssa Giovanna Mori.



Si è proceduto secondo le seguenti fasi:

Pulitura a secco della superficie a rimuovere la polvere presente impiegando gomme morbide (wishab) e
gomme matita in corrispondenza di strappi e di depositi grigi
 
Oculata pulitura a secco con pennellesse e gomme morbide della superficie e della tela al fine di allontanare il pulviscolo che ingrigiva l’immagine, e costituito da materiale degradante ricco di inquinanti atmosferici e organici che, nel tempo, possono divenire catalizzatori di processi chimici e substrato per colonie di biodeteriogeni.
Rimozione a secco della tela di cotone incollata al verso del manifesto
Trucioli” di carta di foderatura, rimossi meccanicamente con l’uso di un bisturi

 Ripulita la superficie, sono stati allontanati tutti gli elementi facilmente removibili, come la tela applicata al verso, che grazie al substrato di carta giapponese si è staccata a secco, facilmente. Come di prassi si è eseguita la prova di solubilità degli inchiostri, delle carte e dei collanti ai vari liquidi che ci si proponeva di usare, per rimuovere la foderatura e la tela a copertura della carta al recto. Sebbene i colori non avessero problemi di solubilità, tale prova ha evidenziato che, una volta bagnata, la forza della pesante carta di fodero era preponderante sulla resistenza di quella costituente l’opera. Pertanto, anche la carta è stata asportata a secco, con l’ausilio di un termocauterio caldo e di un bisturi usato per sfogliare pian piano il substrato incoerente. Una volta che il manifesto è stato libero dalla foderatura, si è dovuto rimuovere l’adesivo, 



Rimozione a bisturi dei residui di carta di foderatura aiutandosi con una lampada di Wood, 
che evidenzia i frammenti  non coerenti con l’originale e rimasti dai precedenti interventi

Rimozione a caldo, con un termocauterio, della carta di foderatura non precedentemente allontanata a bisturi,perchè troppo adesa all'originale. La natura termoplatica del collante si riattiva ad alte temperature



in parte a secco e in parte a umido, grazie a impacchi di gel rigidi miscelati a solventi adeguati

        
Lo stesso procedimento è servito per rimuovere la tela applicata al recto, sopra i bordi. Una volta allontanati tutti gli elementi incoerenti all'originale, si è proceduto con il ripristino della consistenza materica del manifesto, foderandolo al verso con velo giapponese e adsivo a base di metilcellulosa; in questo frangente il recto è stato temporaneamente fermato con un tessuto-non tessuto leggero e una colla poco viscosa, ricca d’acqua demineralizzata. La bagnatura del manufatto, al fine di eseguire la foderatura dello stesso, ne ha permesso un leggero lavaggio, così da allontanare le sostanze degradanti assiepatesi all’interno delle fibre cellulosa, per ammorbidire e riallineare le stesse. Date le elevate dimensioni del manifesto, il rinforzo del retro così eseguito non era sufficiente, pertanto l’affiche è stata successivamente applicata su una tela di poliestere adeguatamente fermata su una parete lignea e preparata con uno strato di carta giapponese che va a
Velinatura del recto con tessuto non tessuto leggero e 
metilcellulosa diluita in acqua demineralizzata

porsi tra carta e tessuto, mitigando le differenze di natura tra i due materiali. In fase di foderatura sono stati suturati gli strappi, mentre le lacune sono state risarcite, successivamente, impiegando carta giapponese di adeguata grammatura e di colorazione neutra. A ridare continuità all’immagine, in ultimo, si è eseguito il ritocco pittorico, effettuato con matite e pastelli colorati su strappi e abrasioni; e con acquarelli sui rattoppi in carta giapponese. Sono state impiegate tecniche pittoriche diverse per garantire la removibilità dell’intervento: matite e pastelli si cancellano con il semplice passaggio di una gomma, acquarelli rimuovendo la toppa in carta. Anche tutti gli adesivi impiegati sono facilmente solubilizzabili.

L’opera così sanata, rinforzata e “imbellettata”, è stata fissata su un telaio in legno e inserita in una cornice eseguita su misura, protetta al recto da foglio di plexiglass e al verso da un cartone antisfondamento, per essere movimentata ed esposta in tutta sicurezza.





....per vedere l'opera finita:
MARCELLO DUDOVICH, fotografare per arte e per passione
fino al 16.02.2020 c/o m.a.x museo, Chiasso, via Dante Alighieri, 6
dall'11 marzo c/o Ex scuderie castello Miramare, Trieste, via Miramare













lunedì 19 agosto 2019

Provati

Il giorno 10 agosto 2019, con quasi sette anni di ritardo, è stato pubblicato il D.I. n. 368, il decreto che stabilisce le modalità per lo svolgimento delle prove d'idoneità come previsto dall'art. 182 comma 1-quinquies del Codice dei Beni Culturali.
Potranno accedere alla prova:
coloro che sono all'interno dell'elenco dei collaboratori-restauratori dei beni culturali: https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1483962789253_Elenco_Tecnici_del_restauro_-_aggiornamento_1-2017.pdf
coloro che hanno frequentato un percorso 3+2 nelle università (L-41/L-43 + 12/S o LM11) o un percorso in restauro 3+2 o quadriennale presso le Accademie di Belle Arti
Per i primi, sarà prevista una prova teorica (60 domande a risposta multipla) e una prova tecnico-pratica (progetto di restauro). Per i secondi, solo la prova tecnico-pratica sul settore scelto. Potranno essere scelti massimo due settori.
Ogni prova si intende superata col punteggio minimo di 60/100. Se si scelgono due settori, il punteggio medio dei diversi accertamenti deve essere 70/100, mentre il punteggio delle singole prove tecnico-pratiche deve essere non inferiore a 60/100.

ATTENZIONE: SI DEVE ATTENDERE LA PUBBLICAZIONE IN GAZZETTA UFFICIALE DEL DECRETO INTERMINISTERIALE DI CUI ALL'ART.3 COMMA 1 PER AVERE INDICAZIONI SULLE MODALITA' DI ISCRIZIONE, DATE DELLE PROVE E SEDI. Dalla pubblicazione di tale decreto, si avranno 60 giorni per inoltrare la domanda di iscrizione.

sabato 16 marzo 2019

Profumo di pane appena sfornato

Profumo di pane appena sfornato: mi ricorda quando facevo la commessa in forneria. La mia professione è, infatti, frutto di tanto studio ed esperienza, ma anche di svariati lavori, che nel tempo ho fatto per potermi mantenere e che, in qualche maniera, tuttora mi aiutano. La crisi economica, il mancato riconoscimento del titolo e l'aver ricominciato da capo da sola, 9 anni fa (oggi festeggio il trasloco!!!), sono certamente difficoltà per una professione complicata e un settore di nicchia.

martedì 26 febbraio 2019

Album di figurine

A 42 anni suonati mi farò un nuovo album delle figurine. Non calciatori e nemmeno cartoni animati, come da bambina, ma opere d'arte.

Artonauti. Le figurine dell’arte ed è atteso in edicola a partire dal prossimo 15 marzo, al costo di 3 euro (con l’album subito 3 pacchetti di figurine in omaggio). Storie, aneddoti, informazioni, indovinelli e curiosità accompagnano le 64 pagine del book, in cui troveranno posto via via le immagini collezionate.

Chissà se questo riuscirò a finirlo!

mercoledì 13 febbraio 2019

Modalità contributive a privati per restauri e interventi conservativi

Mibac, definite modalità dei contributi ai privati per restauri e interventi conservativi sui beni culturaliIl decreto fa riferimento ai contributi del Mibac per il restauro e altri interventi conservativi sui beni culturali. L’assegnazione dei contributi è stata finanziata con la Legge di bilancio 2018

By mzp on 8 Novembre 2018 - 10:04 in Mibact, Mibact prime, primo piano, restauri

Con decreto interministeriale, il Mibac ha fissato le disposizioni attuative per i contributi a favore della spesa sostenuta dal proprietario, possessore o detentore del bene culturale. Il decreto reca la firma del ministro dei Beni culturali Bonisoli e del ministro dell’Economia Tria. Il riferimento è ai contributi del Ministero dei Beni culturali destinati al finanziamento di lavori di restauro e altri interventi conservativi sui beni culturali. Tali contributi sono previsti dall’articolo 35 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

La Legge di bilancio 2018 ha finanziato l’assegnazione dei contributi. La manovra dello scorso anno ha infatti stabilito che gli interventi di cui alla disposizione del Codice sarebbero stati finanziati nel limite massimo di 10 milioni di euro per l’anno 2019. A decorrere dal 2020, il finanziamento sarà di 20 milioni di euro annui.

LA STORIA DEL PROVVEDIMENTO

Dal 2019 ripartono quindi i contributi ai proprietari, possessori o detentori di beni culturali. Si tratta dei contributi che il ministero assegnava annualmente (fino al 2012) per i restauri e gli altri interventi conservativi su beni culturali ad iniziativa del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo autorizzati dalle soprintendenze e ormai conclusi e collaudati. Con il decreto Spending Review i contributi erano stati sospesi fino all’esaurimento dei debiti pregressi. Con la legge di Bilancio 2018 il governo Gentiloni aveva ripristinato e finanziato i contributi dal 2019 stanziando anche 150 milioni di euro per il saldo del pregresso. Il presente decreto – chiuso dall’allora Mibact nella primavera di quest’anno e trasmesso al ministero dell’Economia – è stato firmato la settimana scorsa dal ministro Tria e, fissando le regole di assegnazione dei contributi, fa ripartire dopo sei anni questa importante misura.

RESTAURO E INTERVENTI CONSERVATIVI: I CONTRIBUTI PREVISTI

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, all’articolo 35, prevede che il Ministero concorra alla spesa sostenuta per interventi quali il restauro e gli altri interventi conservativi su beni culturali ad iniziativa del proprietario, possessore o detentore del bene culturale.

In particolare, il Mibac concorre “per un ammontare non superiore alla metà” della spesa sostenuta. Tale misura vale per tutti gli interventi sottoposti ad autorizzazione del Mibac, compresi quelli sugli archivi storici. Il Ministero contribuisce però alla spesa nel suo intero ammontare “se gli interventi sono di particolare rilevanza o riguardano beni in uso o godimento pubblico”. Per la determinazione della percentuale di contributo si tiene conto di altri contributi pubblici e di eventuali contributi privati rispetto ai quali sono stati ottenuti benefici fiscali.

Secondo quanto stabilito dal decreto che attua tale disposizione, i beneficiari dovranno presentare domanda agli Uffici regionali del Mibac competenti tra il 1° gennaio e il 31 maggio di ciascun anno utilizzando la modulistica predisposta.

DOMANDE AMMESSE A CONTRIBUTO

Il riconoscimento dei contributi viene effettuato sulla base di un ordine di priorità degli interventi definito dal decreto interministeriale. Le priorità individuate sono sei.

Si valuteranno dapprima le domande relative alla ricostruzione e alla tutela del patrimonio culturale nelle aree colpite da eventi sismici o da altri eventi calamitosi riconosciuti. Saranno poi presi in considerazione interventi in situazioni eccezionali connesse al rispetto di intese istituzionali di programmi e a situazioni di grave difficoltà economica del beneficiario. Queste ultime andranno accertate e documentate. Saranno poi finanziati, in ordine, interventi per la regolare apertura al pubblico del bene culturale e per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Infine saranno considerati interventi per la ricostruzione e la tutela del patrimonio nelle aree urbane degradate e delle periferie.

RIPARTIZIONE DEI CONTRIBUTI

La Direzione generale Bilancio del Mibac individua, per ciascuna Regione, il budget disponibile in base a specifici parametri a cui sono assegnate delle percentuali per determinarne il peso. In particolare, si tiene conto del rapporto tra l’ammontare delle richieste pervenute nella Regione e l’ammontare delle richieste presentate a livello nazionale (40%). Si valuta la programmazione media dei contributi in conto capitale delle Regioni nei 5 anni precedenti (30%) e il numero di vincoli sui beni privati presenti in essa (30%). La misura percentuale del contributo viene stabilita dal Segretario regionale, su proposta dell’Ufficio competente.

Se il budget assegnato a una o più Regioni è superiore alle richieste ammissibili ricevute, la quota eccedente incrementa il budget delle altre Regioni. Questo avviene in maniera proporzionale all’ammontare delle richieste ammissibili non coperte dal budget inizialmente individuato.

A partire dal 2020, nel fabbisogno degli Uffici regionali del Mibac sono ricomprese anche le domande di contributo dell’anno precedente rimaste insoddisfatte per mancanza di risorse. La comunicazione relativa ai fabbisogni deve pervenire entro il 30 settembre di ogni anno alla Dg Bilancio.

Entro il 31 dicembre di ogni anno, la Direzione generale Bilancio elabora il programma annuale della concessione.

Fonte Web

mercoledì 9 gennaio 2019

Appalti pubblici per la conservazione del patrimonio librario e archivistico - seminario sulle procedure


L’Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche, AICRAB, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna, BUB, organizza un incontro di aggiornamento sul tema “Le procedure amministrative negli appalti pubblici per la conservazione del patrimonio librario e archivistico”. Il seminario si svolgerà il 16 febbraio 2019 presso la sede della BUB (Bologna, Via Zamboni 33) e sarà tenuto da Gisella Guasti la quale, nel ruolo di bibliotecario responsabile della conservazione nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze, ha maturato una lunga e importante esperienza in questo ambito. Il seminario è gratuito e riservato ai soci AICRAB in regola con l’iscrizione 2019, nonché al personale della BUB e dell’Università degli Studi di Bologna.

Per iscriversi ad AICRAB o per rinnovare l’iscrizione 2019:

https://www.aicrab.org/diventa-socio-aicrab/

Per informazioni relative al seminario e alle modalità di partecipazione:

https://www.aicrab.org/eventi/elenco/?tribe_paged=1&tribe_event_display=list&tribe-bar-date=2013-10-30&order=DESC