domenica 6 marzo 2011

La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa, né apprezzarli né conservar

Sabato 5 Marzo in diverse città italiane centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione

ABBRACCIAMO LA CULTURA.

Iniziativa partita come evento romano, di raccolta e sensibilizzazione attorno al Colosseo, è piaciuta ed è stata amata da tanta gente, tanto di migrare in diversi siti italiani, dove appassionati dell'arte e del proprio paese sono arrivati numerosi a dimostrare il proprio affetto. Il tutto grazie all'informazione mediatica, al passaparola e a vie non convenzionali.

Tutto questo è fantastico, in una Nazione dove la cultura e i BENI CULTURALI presenti rappresentano l'80% del patrimonio mondiale e invece di essere considerati dai governanti una materia prima alla stregua dell'oro, del petrolio o di altre materie prime, sono visti come una palla al piede, qualcosa di cui compacersi se va allo sfascio perchè così non c'è bisogno di spendere per prendersene cura....

Che tristezza, soprattutto quando si vedono realtà estere eccezionali libere di essere fruite, in ambienti eccellenti e ben serviti. Sto pensando ai musei londinesei per lo più non a pagamento, o alla giornata gratuita una volta al mese in Portogallo e a Berlino. Oppure all'esaltazioni di 2 pietre l'una sull'altra in diverse nazioni diverse dall'Italia, dove turisti si recano ammaliati per poterle vedere. E qui Pompei cade a pezzi...

la vera terra dei barbari
non è quella che non ha mai conosciuto l'arte,
ma quella che,
disseminata di capolavori,
non sa,
nè apprezzarli,
nè conservarli.
marcel proust

1 commento:

  1. Ho sentito Stella parlare a Radiodeejay l'altro giorno, e la recensione del suo libro che segue non fa che confermare l'idea che sia una valida lettura:

    Vandali
    “C’è qualcosa d’immorale nel non voler soffrire per la perdita della bellezza, per la Patria rotolante verso chi sa quale sordido inferno...”
    Guido Ceronetti

    Dal degrado di Pompei e delle altre aree archeologiche al diluvio di cemento abusivo, dal traffico di tesori rubati alla crisi dei musei.
    Perché il Paese con più siti Unesco “patrimonio dell’umanità” sta distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte, la cultura, il paesaggio?

    La serrata denuncia di uno scempio.
    E di una politica troppo concentrata su se stessa per occuparsene.

    Il tempio di Apollo a Selinunte ingabbiato per 11 anni dalle impalcature solo perché nessuno le smonta.

    La meravigliosa campagna veneta di Palladio e del Giorgione “intossicata, sconquassata, rosicchiata, castrata”, come dice il poeta Andrea Zanzotto, da un caos di villette, ipermercati e capannoni.

    I mosaici di Pompei che si sgretolano perché l’ultimo mosaicista è in pensione da un decennio mentre il commissario compra mille bottiglie di vino “pompeiano” da 55 euro l’una e ne spende 103mila per censire 55 cani randagi.

    La tenuta agricola di Cavour tra le risaie vercellesi cannibalizzata dai teppisti.

    L’inestimabile villaggio preistorico di Nola affogato nell’acqua perché la pompa non funziona.

    La tracotanza di un abusivismo che, di condono in condono, è salito a 4 milioni e mezzo di alloggi nei quali vivono 11 milioni di italiani.

    Le uniche ricchezze che abbiamo, il paesaggio, i siti archeologici, i musei, i borghi medievali, la bellezza, sono sotto attacco. Un incubo culturale, un’angoscia economica. Eravamo i primi al mondo nel turismo: siamo precipitati per competitività al 28° posto. E il portale italia.it, costato milioni di euro, è 184.594° fra i siti web più visitati del pianeta.

    Una classe dirigente seria sarebbe allarmatissima. La nostra no. Anzi, la cattiva politica è tutta concentrata su se stessa. I suoi riti. Le sue risse. E si tiene stretti tutti i privilegi. Le sole auto blu costano due volte e mezzo l’intero stanziamento per i Beni culturali, dimezzato in 10 anni. E con le doppie pensioni da parlamentare e deputato regionale c’è chi prende 10 volte lo stipendio di un archeologo…

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